La vita di Van Gogh non fu facile ma breve e tormentata tanto da poter essere paragonata ad un pellegrinaggio. La meta per cui lui sta lavorando è ambita quanto sconosciuta e il viaggio verso le sue ambizioni non è stato affatto facile, la strada per lui è stata una strada in salita. Un tunnel lungo e tortuoso ma alla fine di esso c’è una luce di gioia e speranza.
Nato nel paesino in provincia di Ajax, inizia a mostrare da subito la sua passione per l’arte e vive per due anni a Londra dove continua la sua passione per l’arte.
Ad Amsterdam, invece, continua la passione per la religione inizia a studiare teologia. A Bruxelles inizia a studiare disegno dove si iscrive all’accademia.
La svolta di Van Gogh
Nel 1886 si trasferisce a Parigi da suo fratello e questo sarà l’anno della svolta. Per lui è un anno importante perché si può dedicare solo alla pittura che fino al quel momento è rimasto fedele al suo paese nativo con colori scuri ma finalmente a Parigi esplode la vera personalità di Van.
In quel momento nonostante si stesse dedicando alla sua passione per lui è un momento di vero e proprio caos dovuto alle sue delusioni amorose che tendono ad abbassare l’autostima.
Si spinge verso sud con la speranza di trovare la pace, la solitudine ed il calore.
Le sue opere
I dipinti del famoso pittore sono molteplici ma le opere che vogliamo ricordare sono due in particolar modo. I Provenza Vincent è inebriato dalla bellezza della natura che si sa che si concentra in quasi tutti i suoi dipinti.
In suo dipinto si concentra sulla bellezza di una casa, con il giardino e gli alberi da dove potersi affacciare nelle lunghe notti d’estate.
Per lui la casa è un vero e proprio punto di riferimento da poter vivere insieme ai propri amici ed è un luogo dove non potersi sentire più solo.
La casa gialla è il celebre dipinto dove rappresenta la sua abitazione.
La felicità non è una parola che è esistita nella vita del pittore in modo costante tanto da entrare in conflitto con un pittore che è anche un suo caro amico.
Capisce che la casa gialla non ritrae la sua felicità ma è solo una lunga tappa verso questa meta ambita dal pittore.
Van Gogh è una persona sensibile ma allo stesso tempo anche autolesionista. Tanto dalla ferita dell’anima per il litigio con il suo amico pittore si decide di tagliarsi un orecchio, come punizione per aver trattato male il suo amico.
Ancora oggi la dinamica del taglio dell’orecchio rimane ancora una vicenda controversa in quanto il pittore ha dichiarato di esser stato nervoso con sè stesso tanto da farsi male.
Non sembra passarsela come vorrebbe, tanto da decidere di sua spontanea volontà di andarsi a farsi curare in una clinica psichiatrica nel 1889.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, passa un anno tranquillo e sereno nella clinica tanto da dedicarsi di più sempre alla sua passione, l’arte.
La notte stellata
Nel 1889 Van dipinge la notte stellata tra giugno e luglio, considerato il periodo dell’allineamento delle fasi lunari.
Nella parte alta del dipinto, la notte stellata, appaiono le differenti colorazioni del cielo stellato con delle stelle dalle notevoli dimensioni ed intense.
Il significato del dipinto è il silenzio del pittore che lo doveva circondare che lo riporta ad un abbraccio avvolgente.
Le emozioni che trasmette sono il fascino delle emozioni con il suo insieme fisico.
La tragica morte
La vita del pittore olandese è stata travagliata tanto da portarlo al suicidio con un colpo di pistola in Francia. Nonostante è stato in cura nella clinica il suo stato mentale è stato sempre instabile, tanto da portarlo a compiere un atto folle del genere, forse nemmeno tanto inaspettato.